Lo guardavo negli occhi e pensavo prima o poi succederà anche a te.
Mi voltai, e pensai poverino! Un notte, come le altre, un classico lunedì notte romano, la mia storia inizia proprio da qui.Non a caso ho scelto questo giorno. Lunedì', si il primo giorno della settimana, quello più lontano dal weekend ma anche quello delle riflessioni. Partiamo dal semlice presupposto che sono una persona aritmica, che ama ascoltare la musica, ma l'unica melodia che ha prodotto è stata quella con il flauto a scuola, anche il mio cuore batte in modo irregolare, e questo non mi preoccupa affatto, nella mia vita tutto è irregolare. Si quella sera mi trovavo a un concerto, musica non gradita ma per non rimanere nelle quattro mura di paranoic house decisi comunque di fare un opera di bene, parto da casa in ritardo, un ritardo stanco, non voluto, mi fermai con calma a fare benzina.
"Il pieno grazie" e il tipo nascosto dall'ombra di un albero mi guardò con sospetto e aspettava.
Presi 30 centesimi, e dissi "Tieni", lui li prese e iniziò e riempire il serbatoio del motorino.
Mi disse "Grazie amigu", io presi il casco in mano, feci un sorriso e riparto.
"No, sono quasi arrivato" esclamai dentro di me, misi la freccia e feci la strada più lunga possibile.
Il poter permettersi di fare tardi, e soprattutto di non aver nessuno che ti aspetta con impazienza non è una sensazione nuova per me, è sempre stato così, ma nell'ultimo periodo no, quella sera le piccole cose mi facevano respirare le brezza di libertà figurata che era da tempo che non provavo.
Giunto al pub, con un rapido sguardo controllai chi c'era e chi n0, amici e conoscenti, tutti con lo sguardo preoccupato del lunedì sera. Parcheggio il motorino, mi appoggiai alla macchina,
"iniziamo in ritardo mi disse il cantante" e io pensai, sono già le 11 , però lo guardai sorridendo "Non fa niente" risposi. Mentre il gruppo continuava nella sua opera di stravolgimento pre-concerto e gli altri improvvisavano discorsi da pseudo-critici-musicali. Io me ne stavo li per fatti miei pensando da un parte alla genetica computazionale e ai vari algoritmi e dall'altra "Ma quando iniziano?". Arrivato il momento tanto atteso, sarò sincero, dico che leggermente mi sono piaciuti, per l'impegno e perchè sembrano convinti, per quei 20 minuti di spettacolo di essere i vari Manuel Agnelli e Mick Jagger. Faccio un paio di foto, mi complimento con loro e poi via, passo da Celestino, è chiuso, guardo il cellulare, "no di nuovo, ho fatto tardi". Torno a casa pensando "Si prima o poi succede a tutti", io ho già iniziato, l'ho capito adesso ma chissà quando la capiranno gli altri.